Dopo aver affrontato la nuova mafia corleonese, emergente ai primi anni ’90 e aver messo a segno la cattura di Brusca, il procuratore Saverio Barone dovrà destreggiarsi tra le minacce di morte che lo costringono in un bunker, il difficile rapporto con la figlia e l’arrivo di una nuova collega, interpretata da Linda Caridi, che superate le insicurezze saprà farsi spazio in Procura. Nelle otto puntate di cui è costituita la serie c’è un’altra new entry: Peppino Mazzotta, molto amato dal pubblico nei panni del braccio destro del commissario
Montalbano e ora nel ruolo di Nicola Calipari. Più giovane, ma già rodata un’altra nuova presenza, quella di Danilo Arena, a cui spetta il compito di dare corpo a un ragazzo ansioso di entrare nel mondo della criminalità organizzata e dimostrarsi capace di farne parte.
Alter ego letterario dello scrittore ed ex magistrato Alfonso Sabella, nella terza stagione della serie liberamente tratta dal libro “Cacciatore di mafiosi” Barone affronta una crisi personale e mette in discussione il senso del suo lavoro: si domanda quante possibilità ha di riuscire a battere il suo nemico e cosa fare per non mandare in frantumi il suo universo personale. Un dualismo interiore che sullo schermo si traduce nei claustrofobici spazi del bunker sotterraneo in cui Barone è costretto in totale antitesi all’ampiezza delle campagne corleonesi in cui si muovono i mafiosi a cui dà la caccia.
Girata tra Palermo, Alghero e Roma, con un linguaggio che si avvicina più a quello del cinema che a quello della classica fiction, “Il cacciatore” torna sullo schermo forte dei riconoscimenti già ottenuti non solo in termini di ascolti, ma anche di riconoscimenti, in particolare per Francesco Montanari, che nel 2018 nel per il ruolo di Saverio Barone ha ottenuto il premio Flaiano e vinto come miglior attore protagonista a Canneseries, il Cannes International Series Festival.